I volponi, Venezia, Zatta, 1794

Vignetta Manca la princeps
 ATTO SECONDO
 
 SCENA PRIMA
 
 Camera.
 
 GIRARDINO e TOLOMELLO
 
 Tolomello
560Animo, camerata. Adesso è il tempo
 di pigliar la fortuna per lo ciuffo
 e condurla e fissarla. I gran signori
 aman le novità, fan festa a tutto
 ma si stuffano presto
565e malgrado lo spirto ed il talento,
 tutto perde chi perde il buon momento.
 Girardino
 Io mi ripporto a voi; ditemi voi
 quello ch’io deggio far.
 Tolomello
                                            Prima di tutto
 convien che fra di noi pensiamo al modo
570di rovinar Fabrizio.
 Girardino
 Perché?
 Tolomello
                  Perch’è un volpone
 che vuol tutto per lui.
 Girardino
                                          Mi spiacerebbe
 far la rovina altrui.
 Tolomello
                                     Con questi scrupoli
 non sperate avvanzar. Ciascun pensare
575dee agl’interessi suoi.
 O Fabrizio perisca o periam noi.
 Girardino
 Che dilemma funesto!
 Non capisco... Non so... Che stile è questo!
 Tolomello
 È lo stil di chi aspira
580a far fortuna e a migliorar suo stato.
 Girardino
 Non si pensa così dov’io son nato.
 Tolomello
 Lisetta ha dello spirto e a voi unita
 contribuir potrà...
 Girardino
                                    Posso parlarvi
 con libertà?
 Tolomello
                         Parlate.
 Girardino
585Vi confido il mio cor.
 Tolomello
                                         Non dubitate.
 Girardino
 Io non amo Lisetta.
 Tolomello
                                      Cosa importa?
 Fingete. Io, per esempio,
 fo con la governante
 l’amante spasimato;
590mi credete per questo innamorato?
 Girardino
 Non amate Merlina?
 Tolomello
 Donne? Non ne amo alcuna;
 io non faccio l’amor che alla fortuna.
 Girardino
 Amico, se voleste,
595consolarmi potreste.
 Tolomello
                                        Comandate,
 siamo amici e dobbiamo esser sinceri.
 Girardino
 Cedetemi Merlina.
 Tolomello
                                      Volentieri.
 Se Merlina vi piace e vi diletta,
 m’attaccherò a Lisetta.
600L’una o l’altra è lo stesso.
 Fo caso dell’astuzia e non del sesso.
 
    Io non son di que’ sguaiati,
 pazzarelli innamorati,
 che si struggon per le belle,
605che sospirano mercé.
 
    Il mio bene, il mio tesoro
 è una borsa carca d’oro.
 La bellezza e la ricchezza
 non eguaglio e non confondo
610e non veggio in tutto il mondo
 chi più bello sia di me. (Parte)
 
 SCENA II
 
 GIRARDINO, poi MERLINA
 
 Girardino
 Che pensar! Che linguaggio!
 Dove mai son venuto? A questo prezzo
 la fortuna cercar non sono avvezzo.
 Merlina
615Ho piacer, Girardino,
 di trovarvi qui solo.
 Girardino
                                       Anch’io bramava
 di rivedervi.
 Merlina
                          Non è dunque vero
 che Lisetta?...
 Girardino
                            No certo. Tolomello
 posto mi aveva nel più grande imbroglio...
620Ma se voi mi volete, altra non voglio.
 Merlina
 Con tutto il cor... Ma ancora
 Tolomello nol sappia...
 Girardino
 Perché? S’egli medesmo
 è contento e vi cede?
 Merlina
625Mi cede? (Con meraviglia)
 Girardino
                     Sì, egli stesso
 poco fa me l’ha detto.
 Sa ch’io v’amo e vi cede.
 Merlina
                                               Oh maledetto!
 Girardino
 Vi spiace?
 Merlina
                      No. Vi ho amato,
 vi amo ancora e ho per voi la stessa stima;
630ma voleva a piantarlo esser la prima.
 Girardino
 Mi sembra, a quel ch’io vedo,
 che piaccia ancor a voi politicare.
 Merlina
 Chi convive col lupo apprende a urlare.
 Girardino
 Scusatemi, Merlina,
635questa scuola novella...
 Merlina
 Zitto, la vostra bella.
 
 SCENA III
 
 LISETTA e detti
 
 Lisetta
 (Girardin con Merlina?) (Da sé)
 Girardino
                                                (Anderò via). (Piano a Merlina)
 Merlina
 (No no, restate qui). (Piano a Girardino)
 Lisetta
 (Che parlan fra di lor?) (Da sé)
 Merlina
                                              Venga, signora,
640le diam la permissione;
 noi non abbiam timor né soggezione.
 Lisetta
 Soggezione! Timor! Pare, a sentirla,
 che Girardino sia
 qualche cosa del suo.
 Merlina
                                         Chi sa? Può darsi...
 Girardino
645Con licenza...
 Lisetta
                           Restate, (A Girardino con autorità)
 vi ho da parlar...
 Merlina
                                 Sentite?
 Vi comanda. Ubbidite. (A Girardino ironicamente)
 Girardino
 (Sono in un imbarazzo...) (Da sé)
 Son pressato d’andar... (A Lisetta)
 Merlina
                                             Povero pazzo!
650Che! Ci vuol tanto a dirle:
 «Perdoni, signorina,
 non dipendo da lei ma da Merlina?»
 Lisetta
 Da Merlina?
 Girardino
                          (Cospetto!
 Il mio resto m’aspetto).
 Merlina
                                              Sì, signora.
655Credo che sullo sposo
 la sposa abbia diritto. Ha forse a lei
 Girardino la fé, l’amor giurato?
 Lisetta
 Io... (mentitore!) io non ci ho mai pensato.
 
    Innamorarmi di quel bel fusto?
660Son sempre stata di miglior gusto.
 Cedo a chi merita tanta beltà.
 
 Merlina
 
    Neanche la volpe non vuol ciriege,
 perché sull’albero montar non sa.
 
 Lisetta
 
    La non mi sdegni, la non m’irriti. (A Merlina con collera)
 
 Girardino
 
665Siam buoni amici, viviamo uniti.
 
 Merlina, Girardino a due
 
 Oh sì, lo merita tanta bontà. (Burlando fra loro)
 
 Lisetta
 
    (No, quest’insulto non lo perdono;
 se non mi vendico, non son chi sono.
 Ciascun di loro mel pagherà). (Parte)
 
 SCENA IV
 
 GIRARDINO e MERLINA
 
 Merlina
670Povero Girardino, mi dispiace
 di vedervi sprezzato.
 Girardino
                                         I suoi dispregi
 mi fann’anzi piacer. Peggio sarebbe
 s’ella mi amasse e il perdermi
 le costasse dolor.
 Merlina
                                 Mi fate ridere.
675Credete che non vi ami e che non soffra
 ira ambiziosa e gelosia nel petto?
 Girardino
 Io credo a quel ch’ha detto.
 Merlina
                                                    Eh poverino,
 siete ancor novellino. In questa casa,
 ch’è un’ombra della corte,
680vivesi con lo stil dei cortigiani.
 La menzogna si traffica e dispensa
 e non si dice mai quel che si pensa.
 
    Quando levansi dal letto,
 questi magri cortigiani
685prendon tosto per le mani
 della corte il taccuin.
 
    Vuol Sempronio il primo posto?
 Cercherò di scavalcarlo.
 Meco Tizio è mal disposto?
690Tenterò di rovinarlo.
 E le donne? Hanno le donne
 un talento sopraffin.
 
    Marchesina, contessina,
 mille baci, mille abbracci
695e poi quando se n’è andata:
 «Che superba! Che sguaiata!»
 E poi lacci senza fin. (Parte)
 
 SCENA V
 
 GIRARDINO, poi FABRIZIO
 
 Girardino
 Questo nobil paese, a quel ch’io vedo,
 non è fatto per me. Qui per virtudi
700passano le finzioni ed io son schietto
 e amo più di lor scienza il mio difetto.
 Ma Merlina... Ah mi sento
 acceso piucché mai. Cortese il fato
 guidommi a ritrovarla,
705né vorrei di bel nuovo abbandonarla.
 Fabrizio
 (Eccolo qui il birbante; e mi hanno detto
 che Merlina amoreggia).
 Girardino
                                                Oh mio signore,
 ha veduto il padron?
 Fabrizio
                                         Sì. (Con affettata amicizia)
 Girardino
                                                 Gli ha parlato
 in mio favor?
 Fabrizio
                            Sicuro.
 Girardino
710Se ho la sua protezion, d’altro non curo.
 Fabrizio
 Il padron vi ha veduto.
 Girardino
 Nol conoscea... Ma pure
 son contento e mi sembra...
 Fabrizio
                                                     Al vostro merto
 nulla si può negar.
 Girardino
                                     No no, signore.
715Solo confido in lei.
 Fabrizio
                                     Con tutto il core.
 Girardino
 Che grazia! Che bontà!
 Fabrizio
                                             Ditemi... Io spero
 che sarete sincero.
 Girardino
                                     Oh glielo giuro.
 Mai la mia lingua di mentir non osa.
 Fabrizio
 Ah la sincerità è una bella cosa!
 Girardino
720L’unico capital di cui mi vanto.
 Fabrizio
 Bravo! Pensando andava
 che per meglio fissarvi qui con noi...
 Siete libero?
 Girardino
                           Certo.
 Fabrizio
                                         Inclinereste
 a maritarvi?
 Girardino
                          Mio signor... dirò...
 Fabrizio
725Via, parlatemi schietto.
 Girardino
                                             E perché no? (Ridente e modesto)
 Fabrizio
 Bravo! Tra le bellezze
 che qui sono raccolte, ve n’è alcuna
 che vi penetri al core?
 Girardino
                                           Ve n’è una... (Come sopra)
 Fabrizio
 Parlatemi sincero.
730Posso farvi del ben.
 Girardino
                                      Vi dico il vero.
 
    Sì signore, amante sono.
 
 Fabrizio
 
 Buono, buono.
 
 Girardino
 
 E la donna mi conviene.
 
 Fabrizio
 
 Bene, bene.
 
 Girardino
 
735Voi potreste farvi un merto.
 
 Fabrizio
 
 Certo, certo.
 
 Girardino
 
 E ’l padron persuader.
 
 Fabrizio
 
 Con piacer.
 
 Girardino
 
    Di Merlina sono schiavo.
 
 Fabrizio
 
740Bravo, bravo.
 
 Girardino
 
 E vi giuro e vi protesto...
 
 Fabrizio
 
 Presto, presto.
 
 Girardino
 
 Ch’ella pure...
 
 Fabrizio
 
                             Dite pure.
 
 Girardino
 
 Ha lo stesso mio pensier.
 
 Fabrizio
 
745Che piacer!
 
 Girardino
 
    Sperar posso che sarà?
 
 Fabrizio
 
 Si farà.
 
 Girardino
 
 Oh che grazia! Oh che bontà!
 
 Fabrizio
 
 (Speri pur, se n’avedrà).
 
 Girardino
 
750   Torno a dirvi: «Amante sono». (Eccetera, poi parte)
 
 SCENA VI
 
 FABRIZIO, poi il MARCHESE
 
 Fabrizio
 Sì signor, sì signore;
 vuol tutto in una volta,
 sposa, impiego, fortuna, onori e stato;
 gli darem, se comanda, il marchesato.
 Marchese
755Fabrizio.
 Fabrizio
                    Mio signor.
 Marchese
                                           Vi ho qui veduto
 parlare a uno stranier. Lo conoscete?
 Fabrizio
 No signor ma...
 Marchese
                               Le dame
 l’hanno a cantare inteso,
 divertite si sono e s’ei n’è degno
760trattenerlo, impiegarlo,
 per piacere alle dame, io m’impegnai.
 Fabrizio
 Nol conosco, signor, ma temo assai.
 Marchese
 Perché?
 Fabrizio
                  Perché, se fosse
 qualche cosa di buono, arrossirebbe
765d’andar limosinando.
 Marchese
 L’elemosina chiese? E come e quando?
 Fabrizio
 Poco fa, Tolomello,
 ch’è un’altra buona pezza,
 con lui forse d’accordo,
770una doppia per lui mi ha domandata.
 Marchese
 E l’ha presa? (Con meraviglia)
 Fabrizio
                            L’ha presa e l’ha intascata.
 Marchese
 Creduto non l’avrei.
 Ha un aspetto civile...
 Fabrizio
                                          Ah, mio signore,
 non conviene arrestarsi all’esteriore.
 
775   La terra è piena di vagabondi,
 di belle cere, di gabbamondi;
 meglio è d’alcuno non si fidar.
 
    Oh le signore... da un chittarino...
 da un mandorlino... da un cantarino
780si lascierebbero... tutte ingannar.
 
    Io non son solito dir mal del prossimo,
 ma in quest’incognito veggio del torbido,
 parmi a proposito di farlo andar. (Parte)
 
 SCENA VII
 
 Il MARCHESE, poi TOLOMELLO e GIRARDINO
 
 Marchese
 Ha ragione Fabrizio.
785Un uomo sconosciuto
 non merita l’accesso
 e il suo talento istesso
 prova contro di lui. Se onesto fosse,
 quanto sembra nel canto abile, esperto,
790un migliore cammin si avrebbe aperto.
 Sì, lo farò partir. Ma Tolomello
 suo amico e protettor? Di lui parlommi
 testé con amicizia e non mi disse
 della doppia donata... È qualche tempo
795che osservo Tolomello e mi è sospetto,
 conosco il mio difetto.
 Procuro i servi miei render felici
 e ne abusano e sono miei nemici.
 
    Non fo che orgogliosi,
800non nutro che ingrati,
 nemici giurati
 del giusto e del ver.
 
    Fra loro gelosi
 se parlo, se dono;
805la vittima i’ sono
 d’un vano poter. (Va per partire ed incontra Tolomello e Girardino)
 
 (Eccoli per l’appunto).
 Tolomello
                                            Mi permetta
 ch’io le presenti un uomo che fra gli uomini
 è il fior de’ galantuomini,
810pieno d’abilità, pieno d’onore.
 Un uom come son io schietto di core.
 Girardino
 Troppa bontà. (A Tolomello)
 Marchese
                              Non uso
 incogniti accettar. (Con qualche austerità ed allontanandosi)
 Tolomello
                                     Signor, perdoni.
 Girardino
 Le raccomandazioni...
 Marchese
815Di chi? Di Tolomello? Le comprendo
 e giustizia lor rendo.
 Tolomello
 Sentite? (A Girardino con vanità)
 Marchese
                    Che domani...
 Tolomello
 Accostatevi a lui. (Piano a Girardino)
 Marchese
 Dal marchesato mio parta costui. (Parte)
 
 SCENA VIII
 
 GIRARDINO e TOLOMELLO, e poi FABRIZIO
 
 Girardino
820Oh ciel! Qual precipizio!
 Tolomello
 (Politica e giudizio). (Da sé)
 Girardino
                                         Tolomello...
 Tolomello
 Per me, caro fratello,
 non so che cosa farvi; è colpa vostra.
 Girardino
 Colpa mia?
 Tolomello
                        Certamente.
825Se voi immediatamente... Orsù, alle corte;
 vi consiglio sortir da queste porte.
 Girardino
 Ma la vostra amicizia?
 Tolomello
                                            Che amicizia!
 Io non so chi voi siate;
 il padrone vi scaccia. Uscite e andate.
 Girardino
830Che azion nera, inumana!... Ah mio signore,
 siate voi protettore (A Fabrizio che arriva con messo)
 dell’innocenza mia.
 Tolomello
 (Egli è mandato via
 dal padrone). (Piano a Fabrizio e con gioia)
 Fabrizio
                             (Lo so). (Piano a Tolomello)
 Tolomello
                                              (Non ve l’ho detto?) (Piano a Fabrizio)
 Girardino
835Da voi giustizia aspetto. (A Fabrizio)
 Fabrizio
 Bene, giustizia avrete.
 Quell’uom che là vedete è destinato
 a condurvi doman fuori di stato.
 Girardino
 Come! A me un tal affronto?
 Tolomello
                                                      (Andiam, lasciamo
840che si sfoghi da sé del colpo amaro). (Piano a Fabrizio ridendo e parte)
 Fabrizio
 (Ridi, ridi; lo stesso io ti preparo). (Da sé e parte)
 
 SCENA IX
 
 GIRARDINO solo
 
 Girardino
 Povero Girardino!
 Sorte! Fato! Destino!
 Mi han tutti abbandonato.
845Son confuso, avvilito e disperato.
 Ah politica rea! Nei dì felici
 tutti diconsi amici; e in un momento
 cangiano, se per noi si cangia il fato.
 Oh politica! Oh stile! Oh mondo ingrato!
850Che farò? Dove andrò? Ma in tasca ho ancora
 il foglio per la dama. Tolomello
 mi ha impedito di darlo
 ed a tempo ancor son di presentarlo.
 Girardino, coraggio,
855coraggio e non temer. Chi sa? Fortuna
 potria far un prodigio e far valere
 la ragion, la giustizia,
 a fronte dell’inganno e la malizia.
 
    No, non mi perdo,
860non mi confondo,
 no, tutto il mondo
 tristo non è.
 
    E se Merlina
 segue ancor essa
865la scuola istessa?
 S’ella m’inganna,
 s’ella è tiranna,
 che fia di me?
 
    Ma è sì buonina,
870sì tenerina,
 perché crudele,
 perché infedele
 meco, perché?
 
    No, non mi perdo,
875non mi confondo,
 no, tutto il mondo
 tristo non è.
 
 SCENA X
 
 Sala.
 
 La CONTESSA e la MARCHESINA
 
 Marchesina
 Quanto, oh quanto mi spiace
 che quel giovin sen vada.
 Contessa
880E perché vi dispiace?
 Marchesina
 Perché canta sì ben, perché mi pare
 sì allegro e sì giocondo...
 Perché rider mi fa più ch’altri al mondo.
 Contessa
 Marchesina mia cara, a quel ch’io sento,
885voi non pensate che al divertimento.
 Marchesina
 Ed a che ho da pensar?
 Contessa
                                             Pensar dovete
 che ora sposa voi siete e che vi passa
 fra lo stato di sposa e di fanciulla
 differenza solenne e manifesta...
 Marchesina
890Lo so, lo so, la differenza è questa:
 
    Faceva in casa mia
 quel che la fantasia
 sapeva immaginar.
 Adesso se son qui,
895il marchesino è lì.
 
    Se faccio o se non faccio,
 se parlo o pur se taccio,
 scherzando e ghignazzando,
 non fa che criticar.
 
900   La differenza è questa,
 solenne e manifesta.
 Faceva a modo mio,
 or più nol posso far. (Parte)
 
 SCENA XI
 
 La CONTESSA, poi GIRARDINO, poi la MARCHESINA
 
 Contessa
 Mi fa rider davver. Par semplicetta
905ma la maliziosetta
 sa dir semplicemente
 che l’assiduo marito la molesta
 e che fare vorrebbe di sua testa.
 In ciò la compatisco;
910son maritata anch’io,
 amo il consorte mio; ma s’ei volesse
 assediarmi, seccarmi, criticarmi,
 il modo troverei di snamorarmi.
 
    Che guadagnano i mariti
915con le donne a trovar liti?
 Con le mogli a taroccar?
 Guerra in casa e guerra in letto
 e l’amor divien dispetto
 e la bile fa crepar.
 
920   Maritati e maritate,
 troppo facili non siate
 ma su tutto non trovate
 da ridir, da criticar.
 
    Ci vuol poco a viver bene,
925esser docile conviene,
 voler bene e sopportar. (Vuol partire ed incontra Girardino)
 
 Girardino
 Ah madama, per grazia...
 Contessa
                                                 Poveruomo,
 spiacemi aver inteso...
 Girardino
                                            Ah mia signora,
 l’affronto è grande e un uom d’onor lo sente
930nell’intimo del cor!
 Contessa
                                      Ma alfin chi siete?
 Ditelo, se volete
 che si parli per voi.
 Girardino
                                      Da questo foglio...
 Contessa
 Un foglio a me diretto?
 Girardino
                                             Sì, signora;
 le domando perdono.
935Legga e vedrà chi sono e chi non sono.
 Contessa
 Perché prima non darlo? (Aprendo il foglio)
 Girardino
                                                 Le dirò...
 Contessa
 Aspettate ch’io legga.
 Girardino
                                         Aspetterò.
 Contessa
 «Carissima cugina».
 È mio cugino Alberto.
940L’amo quanto me stessa. È un uom di merto.
 «Vi raccomando il giovine; (Guarda Girardino che s’inchina modestamente)
 è ben nato, è prudente,
 ha lo spirito ornato
 e quel ch’importa più, saggio e onorato.
945Se abbisogna al marchese
 un segretario, un uomo,
 atto a ben regolar gli affari sui,
 non potrebbe trovar meglio di lui».
 Come! Come! Perché tardaste tanto
950a presentarmi il foglio?
 Girardino
 Signora... (No, non voglio
 far del mal a nessuno). È colpa mia...
 Molte ragioni unite...
 Contessa
 Marchesina, venite; (Verso la scena)
955Venite, marchesina.
 Marchesina
                                        Ancora è qua? (Con gioia)
 Contessa
 Sì, certo, e credo che ci resterà. (Come sopra)
 Girardino
 (Lo voglia il ciel!) (Da sé)
 Marchesina
                                    Cantate. (A Girardino)
 Contessa
 Un momento aspettate. (Alla marchesina)
 Di che paese siete?
 Girardino
960In Venezia son nato
 ma ho girato, ho viaggiato e ultimamente
 ritornato di Francia...
 Contessa
 Di Francia?
 Marchesina
                         Di Parigi?
 Girardino
                                              Si, signore;
 ed ho avuto l’onore...
 Marchesina
965Nel gallico paese...
 Su via, su via, cantateci in francese.
 Girardino
 (Coraggio). Obbedirò. La canzonetta
 che cantarle destino è fatta apposta
 per spiegar con vivezza
970l’incostanza francese e la franchezza.
 Permettino, perdonino. (Passa tra mezzo le due dame)
 Per meglio assaporarla,
 Permettino ch’io possa sceneggiarla.
 
    Belle Iris, mon espérance, (Verso una)
975que s’adore vos atrais!
 Mon amour et ma constance
 dureront pour vous à jammais.
 
    Qui vois-je? Ma Glicère (Verso l’altra)
 qui reveille mon ardeur!
980Sa beauté fut la première
 qui d’un trait perça mon coeur.
 
    Pardonnez-moi ce langage; (Verso la prima)
 ne me ditez point volage;
 j’obéis au dieu d’amour, (A tutte due)
985je vous aîme, tour à tour.
 
 Contessina, Marchesina a due
 Bravo, bravo. (Battendo le mani)
 Girardino
                             Perdoni.
 Marchesina
                                               Un’altra volta. (Battendo le mani)
 Contessa
 Aspettate, aspettate. (Alla marchesina)
 Non siete di Venezia?
 Girardino
                                           Sì signora.
 Contessa
 Cantate in veneziano.
 Marchesina
990Qualche cosa di bello.
 Girardino
 Trattasi di Venezia?
 Canterò, cercherò di farmi onore.
 Son dieci anni ch’io manco e l’ho nel core.
 
 SCENA XII
 
 Nel mentre che si fa il ritornello dell’aria che segue, compariscono indietro MERLINA, FABRIZIO, TOLOMELLO e LISETTA. Merlina mostra soddisfazione e gli altri dispetto e parlano basso tra loro
 
 Girardino
 
    Se de Venere el putelo
995in Citera ha avù la cuna,
 de Venezia la laguna
 l’ha nutrio e l’ha arlevà.
 
    Son stà in Franza e son stà in Spagna,
 son stà a Londra e in Alemagna
1000ma ste care cocolette,
 veneziane graziosette,
 ma ste care trottolette
 no se trova altro che qua.
 
    Gh’è per tutto de’ vulcani
1005che fornisse amor d’archetti
 ma in Venezia i bei occhietti
 xe più forti e meggio i tra.
 
    Son stà in Svezia e son stà in Prussia,
 son stà in Grecia e son stà in Russia
1010ma ste care cocolette,
 veneziane graziosette,
 ma ste care trottolette
 non se trova altro che qua.
 
 Marchesina
 Bravo.
 Contessa
                Bravo.
 Merlina
                               Bravissimo. (Avvanzandosi)
 Contessa
1015Voi pur?... (A Merlina)
 Merlina
                        Chiedo perdono.
 Di buon gusto anch’io sono;
 e mi piace e conosco il buono e il bello.
 Tolomello
 (Politica).
 Lisetta
                      (Politica).
 Fabrizio
                                           (E cervello). (Piano fra loro)
 Merlina
 Ah signora, possibile
1020che un giovin come lui
 maltrattato così?...
 Fabrizio
                                     Certo, è un peccato. (Avvanzandosi)
 Ma il padron...
 Tolomello
                              L’ha scacciato.
 Lisetta
                                                          E nonostante
 le sue belle virtù, se n’anderà.
 Contessa
 Parleremo al marchese...
 la Marchesina
                                                E resterà.
 Merlina
1025Parli allo sposo suo. (Alla marchesina) Parli al fratello. (Alla contessa)
 Tolomello
 (Politica).
 Lisetta
                      (Politica).
 Fabrizio
                                           (E cervello). (Piano fra loro)
 Contessa
 
    Da questa lettera
 tutto si sa.
 Onesto giovine,
1030di probità;
 si sa ch’ei merita
 di restar qua.
 
 Tolomello, Lisetta, Fabrizio a tre
 
    Me ne congratulo.
 
 Merlina
 
 (Son tutta in giubbilo).
 
 Tolomello, Lisetta, Fabrizio a tre
 
1035Me ne congratulo,
 in verità.
 
 Girardino
 
    Oh che grazia! Oh che piacere!
 Son qual naufrago nocchiere
 che del mar fra l’onde assorto
1040trova un nume e trova il porto
 e ritorna a respirar.
 
 Fabrizio
 
    Ma il padrone...
 
 Lisetta
 
                                   Caso mai...
 
 Fabrizio
 
 Non volesse ch’ei restasse...
 
 Tolomello, Lisetta a due
 
 Converrebbe se n’andasse...
1045Che disgrazia! Che pietà! (Fingendo compassione)
 
 Contessa, la Marchesina, Merlina a tre
 
    Non state a piangere,
 non se n’andrà.
 
 Fabrizio, Lisetta, Tolomello a tre
 
    Me ne congratulo
 in verità.
 
 Contessa
 
1050   Ma perché il foglio
 prima non darmi? (A Girardino)
 
 Girardino
 
 Perché ingannarmi
 han procurato.
 
 Tolomello
 
 Chi v’ha ingannato? (Con ansietà)
 
 Girardino
 
1055Son galantuomo,
 son onest’uomo,
 non si è saputo,
 non si saprà.
 
 Tolomello
 
 (Siamo perduti
1060s’ei resta qua). (Piano a Fabrizio e a Lisetta)
 
 Fabrizio
 
    Signora... il padrone...
 ha qualche ragione...
 Ha detto ch’ei parte...
 
 Tolomello, Lisetta a due
 
 Partire dovrà.
 
 Fabrizio, Lisetta, Tolomello a tre
 
1065   Che disgrazia! Che pietà!
 
 Merlina
 
 (Che volponi!) (A Girardino)
 
 Girardino
 
                               (Gente ingrata!) (A Merlina)
 
 Merlina, Girardino a due
 
 (Che malnata società!)
 
 tutti
 
    Non intendo, non comprendo,
 tutto ancora è oscurità. (Con riflessione, con vivacità)
 
1070   Ma vedremo, scopriremo...
 Si saprà la verità.
 
 Contessa
 
    Buona gente, me n’avvedo,
 voi fingete l’amistà
 e vorreste, a quel ch’io credo,
1075se ne andasse via di qua.
 
 Girardino, Merlina a due
 
    Brava, brava, vero, vero.
 
 Fabrizio, Tolomello, Lisetta a tre
 
 Ci fa torto un tal pensiero,
 noi diciam la verità.
 
 Contessa, la Marchesina a due
 
    Girardino ci diverte.
1080Girardino ci trastulla.
 Voi non siete buoni a nulla,
 tutti voi potete andar.
 
 Fabrizio, Lisetta a due
 
    Ancor io saprò cantare.
 
 Tolomello
 
 Se le piaccion le canzoni,
1085se le piacciono i buffoni,
 il buffon anch’io so far.
 
 Merlina
 
    Girardino, via cantate.
 
 Girardino
 
 Il mio canto accompagnate. (A Merlina)
 
 Fabrizio, Lisetta, Tolomello a tre
 
 Ancor noi sappiam cantar.
 
 Contessa, la Marchesina a due
 
1090   Zitto, zitto, lasciateli dire, (A Fabrizio e Tolomello)
 zitto, zitto, lasciateli far.
 
 Girardino, Merlina a due
 
    Col cuor sincero e l’innocenza in petto,
 ciascun può sostener le sue ragioni
 e spero di goder gioia e diletto,
1095al dispetto de’ tristi e de’ volponi.
 
 Tolomello
 
 Il cuor non sempre è simile all’aspetto,
 l’arte spesso confonde i tristi e i buoni.
 
 Fabrizio
 
 L’agnello con la volpe si confonde.
 
 Lisetta
 
 E col pelo del lupo si nasconde.
 
 a cinque
 
1100   Ognun cerca, poverino,
 tirar l’acqua al suo mulino.
 Tira di qua, tira di là,
 chi è più bravo contento sarà.
 
 Contessa, la Marchesina a due
 
    Bravi, bravi, viva, viva.
1105State uniti e goderemo.
 Canterete e canteremo
 e con gioia si vivrà.
 
 tutti
 
    Che si rida e che si goda,
 che si passi il tempo in festa.
1110Cuor allegro e buona testa
 fan godere e giubbilar.
 
 Tolomello
 
    Buona testa. (Piano a Fabrizio)
 
 Fabrizio
 
                              E andar bel bello. (Piano a Tolomello)
 
 Tolomello
 
 E politica. (Piano a Lisetta)
 
 Lisetta
 
                       E cervello. (Piano a Tolomello)
 
 Tolomello, Lisetta, Fabrizio a tre
 
 (E far quel che s’ha da far). (Fra loro)
 
 tutti
 
1115   Che si rida, che si goda,
 che si passi il tempo in festa.
 Cuor allegro e buona testa
 fan godere e giubbilar.
 
 Fine dell’atto secondo